Oratorio di San Sebastiano

Oratorio di San Sebastiano

Nel Catasto del 1533 risulta che Giovanni di Pietro Ciancaglia (alias Tosone) e i fratelli gestiscono una locanda a S.Sebastiano sulla via che da Popoli e da Vittorito porta a L'Aquila.

Nel Catasto del 1533 risulta che Giovanni di Pietro Ciancaglia (alias Tosone) e i fratelli gestiscono una locanda a S.Sebastiano (1) sulla via che da Popoli e da Vittorito porta a L'Aquila. Il nome della contrada già definito e l'indicazione che vi è già qualche insediamento (2) confermano che l'oratorio di S Sebastiano (3) è già stato costruito. Fino alla metà del XIV secolo protettore contro la peste ed altre epidemie era invocato S.Sebastiano, forse per l’iconografia che lo rappresenta colpito e piagato dalle frecce dei suoi carnefici, così come la peste piaga coloro che colpisce. La sua intercessione era invocata già nei primi secoli del cristianesimo. (4). Questo spiega perché le chiese o gli oratori a lui dedicati erano spesso ubicati fuori dalle mura dei centri abitati (servivano probabilmente come lazzaretti in tempo di epidemie) o lungo le principali vie di transito (le epidemie spesso erano portate da viandanti e pellegrini). Dalla metà del XIV secolo al culto di S.Sebastiano si sostituisce quello di S.Rocco, pellegrino di Montpellier, che nell’anelito di carità nel soccorrere gli appestati diviene egli stesso vittima della peste. L’iconografia lo rappresenta in veste di pellegrino, che indica la sua gamba piagata dalla peste. Lo accompagna sempre un cane con un pane in bocca, quel pane che al santo malato mandava ogni giorno, tramite il cane, un generoso nobile di Piacenza. La rozza finestra quadrotta a petto d'uomo dell'oratorio sembra avere la funzione di permettere ai viandanti di assistere alle funzioni religiose dall'esterno, tenendo per mano la cavalcatura o comunque senza perderla d'occhio, così come le quadrotte delle chiese del tratturo permettevano ai pastori di non perdere d'occhio il gregge mentre assolvevano ai doveri di buoni cristiani. D'altronde a S.Sebastiano passava un ramo secondario del tratturo che saliva fino a sfiorare le mura di S.Benedetto e attraverso La Macchia e le Coste della Macchia scendeva fino a Piedi La Macchia, Il Riposaturo (conveniva fare una sosta prima di affrontare la ripida costa della Croce?), risaliva La Croce e scendeva verso Bussi, dove si congiungeva al tratturo principale L’Aquila-Foggia. Alcuni beni dell’oratorio di S.Sebastiano (4) si evidenziano indirettamente da varie tavole del catasto.