La Chiesa della Madonna delle Grazie

La Chiesa della Madonna delle Grazie

Intorno al 1530, l'Universitas di S.Benedetto costruisce la chiesa di S.Maria delle Grazie, con annesso ospedale, per adempiere probabilmente ad un voto fatto dagli abitanti nel 1527.

In questo anno, durante le lotte fra l'Imperatore e la Lega di Cognac (1526) capeggiata da Papa Clemente VII, S. Benedetto in Perillis si viene a trovare sulla strada di formazioni degli eserciti nemici (1) e viene saccheggiato. "Nel 1527 le genti di Renzo da Ceri (2) del partito pontificio alloggiarono in S.Benedetto da 15 fino a 18 di febbraio, e poi a 21 di marzo vi sopravvenne da Popoli Andrea Cotugno di Napoli con duecento fanti per andare all'Aquila. Era costui del partito imperiale contrario e fece alla terra peggior portamento. Rubarono i suoi fanti tutti i lancioni (forse falci) (3) del popolo, le armi dei particolari, panni, lini e robe di vitto, e messero a saccomanno i bestiami che soli con qualche stento si riebbero (4); sicché non fu salvato che il solo onore delle donne, (5) come lasciò scritto il capitano di tal anno nel racconto che ne stese." (6) Infatti nella lunetta del portale compare la Vergine con in braccio il Bambino. Particolare interessante, da quel che rimane dell’affresco, sembra che la Vergine indossi la corazza. Inoltre la pala dipinta che campeggiava sul soffitto (e che forse è andata perduta per sempre in quanto non sembra recuperabile, dopo essere stata tenuta buttata e malamente piegata nel solaio della casa parrocchiale, esposta alla pioggia) rappresenta(va) la vergine Maria che col suo gran manto copre e protegge tutta una moltitudine di fedeli, tra i quali è dato riconoscere persone di ogni ceto sociale, sia laici sia religiosi. Sull’architrave il monogramma celestiniano MAR (Morronensis Abbatia Regia) o MBR (Morronensis Abbatia Benedectina) , inserito dentro il sole di S.Berardino, indica una data posteriore al 1444, data della morte di S. Bernardino da Siena. Sarebbe interessante riscoprire gli affreschi che coprono tutta la chiesa e soprattutto l’affresco della Vergine, ridipinto alla buona da un imbianchino nel 1960, posto sopra l’altare in pietra cinquecentesco, di bella fattura.

Nel 1534, il 20 aprile, l'Universitas di S.Benedetto, che aveva di recente costruito la chiesa della Madonna delle Grazie nell'interno del borgo e l'aveva dotata di ricchi beni perché vi si celebrassero delle messe, elesse a rettore di questa chiesa e dell'ospedale situato nello stesso borgo, vicino la chiesa e ugualmente costruito dall'Universitas, il prete Don Nardo Antonio di Cola di S.Benedetto e pregò il priore di Collemaggio di darne conferma (1). Notaio Giovanni Berardino di Berardino di detto castello (2). L'ospedale era stato costruito, anzi sarebbe meglio dire ricostituito, prima del 1533. Nel catasto del 1533-44 la tavola dei beni dell'ospedale [ Lospit(i)ale habet...] compare al numero 60, alle pagine 102 recto e verso e 103 recto. Si pone il problema del perché viene ricostituito l'ospedale in loco. S.Benedetto in Perillis aveva contribuito forzosamente, così come gli altri paesi del contado, al finanziamento e alla dotazione dell'Ospedale Maggiore dell'Aquila. Nel 1446, "...si cominciò nell'Aquila ad edificare lo Spedale Maggiore...e nello...anno (1448) si fece il registro dei beni di ciascuno degli Spedali uniti a questo di S.Salvatore (3) e furono...fuori dell'Aquila...(quelli) di Collepietro ...di S.Benedetto...'' (4) Il vecchio ospedale di S.Benedetto era quello presso il fonte di Benatero, nel piano di Navelli, dove la via romana che saliva da Popoli e dalla Valle Peligna si innestava un tempo alla Claudia Nova o a qualche sua diramazione e/o al tratturo. Era l'ospedale che Gionata, barone di Collepietro, aveva donato ai monaci di S.Benedetto nel 1150. La costruzione di un nuovo ospedale nell'ambito del borgo da parte dell'Universitas, può spiegarsi con la lontananza dall'Aquila. Di certo era più necessario avere nel castello un luogo di ricovero per poveri e forestieri e, al bisogno, un luogo di isolamento per malati infettivi (così si configurava all'epoca un "ospedale") che usufruire del diritto ad un pubblico ricovero nell'Ospedale Maggiore dell'Aquila, avuto come contropartita all'annessione dei beni del primo ospedale. L'ospedale presso il fonte di Benatero, per la sua posizione troppo decentrata non doveva essere stato di molta utilità agli abitanti di S.Benedetto. L'ospedale nuovo era probabilmente la porzione di fabbricato, vicino la chiesa della Madonna delle Grazie (S.Maria delle Grazie), cui si accede da Via Borgo, per un portalino rettangolare con stipiti semplicemente modanati. Una semplice scala in pietra che si prolunga in un ballatoio, porta al piano rialzato. Una loggetta a quattro fornici copre scala e ballatoio e si affaccia sul vicoletto che raccorda, su curve di livello assai differenti, Via Borgo a Via sotto le Mura tramite un passaggio coperto. Sulla quota mediana, nel vicolo, si aprono due locali piuttosto vasti, al presente adibiti a cantina e fondaco. La porta di uno dei locali (la cantina) conserva un chiavistello di fattura antica con una grande chiave, da sempre ritenuta la chiave della porta o di una delle porte della cinta muraria di S.Benedetto. Nella viuzza a quota bassa si apre un grande arco in pietra di buona fattura che immette in una corte sotto il corpo del fabbricato, in cui si aprono più stalle molto profonde. A destra dell'arco vi è un pozzo per la raccolta dell'acqua piovana.