Tessuti

Tessuti

Tessuti in lana.

MANTELLO – Panno di tutta lana tinta nera, tessuta in diagonale, che veniva mandata a filare nei paesi limitrofi, (1) pur essendo la pastorizia una delle risorse economiche del posto: dopo la tessitura il panno veniva mandato a “ valcare” ( o “valicare” dal termine “ gualcare” = porre sotto la gualchiera) a Sulmona, dove la gualchiera esisteva fino a prima dell’ultimo conflitto. Il panno serviva per confezionare, cucendo insieme i teli, i grandi mantelli che usavano gli uomini d’inverno. Si presenta con un pelo lucido o pettinato da una parte sola. CIRCASSO – Diagonale: ordito in cotone e trama in lana non sgrassata, veniva usato una volta tinto e “lisciato”, cioè scardato, per vesti da donna. Non esiste riferimento etimologico, dato che il termine più vicino “cirkasse” indica un tessuto in seta e oro con motivi a fiori.

LENZUOLA D’INVERNO - diagonale, tessuto con ordito in lana tramato in cotone o viceversa, il cui uso è suggerito dal nome. I teli di circa 60 centimetri venivano uniti con filo di cotone (2).

CALZONETTI – Panno in semplice tela con effetto di nero. Veniva usato, come dice il termine, per confezionare i “calzonetti” cioè i calzoni tipici del costume popolare maschile del luogo che arrivavano sotto il ginocchio.

COPERTA – tela con ordito in cotone, tramata in lana e cotone con una complessa “opera” in colore o a colori contrastanti (bianco e nero, giallo e rosso, o giallo, rosso e verde, queste ultime due combinazioni sembrano più antiche). È il tessuto più caratterizzante di tutta la produzione locale. Tecnicamente è una semplice tela con inserimento, anche mediante l’uso dei licci, di trama o trame colorate....per formare uno schema geometrico con piccoli quadrati. Costituisce uno dei capi di corredo più diffusi nell’Italia centrale, con leggere varianti del modulo decorativo, di chiara antica origine, per la quale riteniamo possibile la derivazione da un tipo comune, che potrebbe essere riportato al tardo periodo imperiale. Tipo di decoro denominata “scutulata romana” dagli studiosi... Tela di lana decorata per trame lanciate con due passate per ogni battuta...

Tessuti in lino, cotone e canapa.

MATERASSO - diagonale in canapa con quadrettatura ottenuto con inserimento di filo di ordito e di trama in blu, tessuto con materiale filato in loco; è ancora reperibile sul posto lo strumentario adoperato a tal fine; era usato per fodere per materassi in lana.

SACCONE – diagonale molto simile al precedente, ma decorato a bande verticali bianche e blu. Veniva usato come fodera per i materassi di foglie di granturco (1), chiamati appunto sacconi.

TOVAGLIA - tela di lino con decorazione ottenuta con slegature di ordito a formare “ punta di diamante”

ASCIUGAMANI – presentano varianti nell’impiego delle materie usate; quasi sempre si tratta di misti (ordito di una fibra e trama di un’altra); la decorazione è carattere distintivo dell’oggetto, ed è formata da serie di grosse trame inserite a creare gruppi di striscioline; presentano inoltre lunghe frange annodate formate dall’ordito; si tratta di uso tanto antico da risalire ad epoca romana (vedi esemplari identici a Ercolano e Pompei). La base è semplice tela.

ASCIUGAMANI A SPINA PESCE – Anche per questo tipo le caratteristiche sono quelle del precedente per l’uso di fibre e decorazione, ma il fondo presenta un motivo di spina ottenuto dall’incontro di due diagonali, variando cioè a intervalli regolari la direzione della diagonale.

LENZUOLA – in lino o canapa, (2) a semplice tela quasi sempre misti, di maggior spessore o meno, a seconda se per “sopra” o “sotto”.

Tessuti in cotone.

CAMICETTA - tela di cotone caratterizzata da un ordito bianco e colpi di trama alternati, bianco e rosso. Non è facile risalire a quando sia nata in loco la produzione di tessuti in cotone ma va ricordato che l’uso ne è noto....sin dal basso medioevo. Possiamo citare ad esempio l’arte dei guarnellai...chiarendo che i guarnelli erano modesti tessuti di cotone, usati appunto per confezionare un indumento di questo nome, che si indossava esclusivamente fra le pareti domestiche, una specie cioè del grembiule delle nostre domestiche di cinquanta anni fa. Nel nostro caso il gusto è ottocentesco, ma va ricordato che tessuti simili si ritrovano usati come fodere anche su antichi costumi popolari. (3)

SOTTOVESTE – Tela con decorazione a righine per gruppi di orditi colorati, mentre la trama resta sempre bianca.

MANDRIGGIA – Tela a fondo blu con sottili striscioline azzurre ottenute da orditi colorati, tela doppia, ordito due fili azzurro e quattro blu.

SOTTOVESTE A CATENELLA – Diagonale con effetti di ordito slegato che crea un motivo di catena. Come suggerisce il nome, era usata per confezionare una di quelle sottogonne che davano la giusta cadenza “ alla gonnella” caratteristica del costume locale. Diagonale tre per due, ordito bianco in cotone, tramato in cotone azzurro sulla quale slega l’ordito con effetto catena.

VESTAGLIA A CROCETTA – tela di cotone con decorazione ottenuta con un’alternanza delle trame e degli orditi, in bianco e blu. Il perché di questa denominazione, che nella moderna accezione indica una veste estranea all’abbigliamento popolare, può essere spiegato con l’indumento da noi indicato come guarnello, (1) che nel tempo, sotto l’influenza della moda colta, può avere cambiato la sua originaria denominazione. Tela di cotone; ordito due fili neri e due fili bianchi...trame due passate nere e una bianca... Da questo schematico elenco è già visibile come la piccola comunità di S.Benedetto, forse avendola ereditata dal Monastero da cui il paese ebbe origine, possedeva il senso della completa autonomia, perché, se è vero che alcune fibre erano di importazione, è pur vero che completa era l’organizzazione di scambi con i paesi vicini, finché tutte le necessità del vestiario potessero essere esaurite negli stretti limiti imposti dalle difficoltà di trasporto e di movimento, soprattutto nel periodo invernale...” (2) A questo elenco di capi di vestiario fatto dalla Portoghesi si debbono aggiungere altre tipologie di tessuti, destinati a capo di vestiario e non.

PANNO A CROCETTA (gliu pànne a crucètta) per vestiti da uomo. È una tela di jeans a tutti gli effetti (3), di particolare consistenza resistente all’usura e agli strappi, di colore blu scuro.

CAMICIE DA UOMO (le cammùscie da óme). Tela di cotone consistente bianca con un sottile righino verde o grigio, tipo Principe di Galles.

SOTTANE DA DONNA (le suttàne). Tela di cotone a sottili righine di colore rosa o verdolino chiaro

ASSORBENTI IGIENICI (gli pannolìne). Tela di cotone a larghezza ridotta, tessuta con un pettine ridotto in larghezza, con una fascia larga due dita di ordito non tessuto, dove le pezze venivano tagliate. Ripiegata opportunamente più volte costituiva una fascia assorbente, che veniva fissata con spille da balia.

SACCHI DI GRANO (le sàcca le ràne). Tela a larghezza aumentata, canapa e cotone o canapa e canapa. con una o due o tre righe lungo l’asse della tela di colore rosa, blu etc. Con questa decorazione personalizzata per famiglie, i sacchi per il grano, stretti e lunghi in modo da poterli caricare a pelo di traverso sul dorso dell’asino, potevano essere prestati durante la trebbiatura senza rischio di essere scambiati o persi.

SALVIETTE (le serviétte). Tela in cotone con disegno simile a quelli dei sacchi di grano.

STROFINACCI (le spèrre). Tela in cotone-cotone o cotone-canapa, con disegno simile a quello del saccone o del materasso. Si tessono anche calzettoni da uomo (gli pedéle), in lana e cotone a colori vivaci, forse in antico da mettere sotto i calzonetti che arrivano appena sotto il ginocchio.

 


(1) Non si capisce da chi la Portoghesi abbia avuto la notizia. Forse l’anonimo suggeritore voleva intendere che si mandava a scardassare fuori paese quando necessario. Normalmente la scardassatura era veniva fatta in paese, ma da individui di altri paesi che passavano di paese in paese. (2) Queste sono le lenzuola lana e cotone. Ma si tessevano anche lenzuola lana e lana sia nell’ordito sia nella trama. Erano quelle più calde e quindi le più usate
(1) Il saccone era riempito non con foglie di granturco, ma con “ le spuàglie”, cioè con le brattee più interne che avvolgono la pannocchia o spiga del mais. (2) Lenzuola in lino se ne tessevano poche, essendo il lino un materiale costoso, alla portata di pochissime tasche. Le lenzuola per l’estate erano comunemente tessute in cotone, sia l’ordito sia la trama. Se ne tessevano anche di canapa e cotone, perché più resistenti, anche se più rozze. (3) L. PORTOGHESI (a cura di), Frammenti di storia altavillese: premessa al museo delle genti senza storia, De Angelis Editore, 1994, p.63
(1) In realtà a S.Benedetto in Perillis il guarnello, gliù uarniàglie, era un capo di vestiario comune, spesso indossato come gonna, stretto in vita e largo al piede, su cui veniva indossato il busto (gliu bbùste) rigido che sosteneva i seni , come un moderno reggiseno a balconcino e sopra il corpetto (la curpétta) una specie di giacchettino con spalline alte. La camicetta portava l’allacciatura a bottoncini anteriormente e finiva con un alto colletto. Si veda anche L.PORTOGHESI, Frammenti...cit, pp. 61-64 (2) L. PORTOGHESI, Il telaio e la tessitura, in V.BATTISTA, L.NANNI, La cultura ...cit., pp. 29-38 (3) L. PORTOGHESI (a cura di), Frammenti cit., p.63